Il “Week-end Formativo TGS 2021” dell’Associazione Nazionale T.G.S. (Turismo Giovanile e Sociale) si è svolto a Salerno, presso l’Istituto Salesiano San Domenico Savio di Salerno, da sabato 30 ottobre a lunedì 1 novembre 2021 (leggi il precedente post: “Week-end Formativo TGS 2021: il programma!”). Presentiamo oggi la testimonianza di Leonardo, uno dei partecipanti del gruppo TGS Salesiani Macerata. Buona lettura!
L’evento si è svolto presso l’Istituto Salesiano San Domenico Savio di Salerno, dove siamo stati accolti sabato 30 ottobre dal direttivo del TGS Don Bosco Salerno ma anche da tanti giovani che frequentano l’Oratorio della parrocchia dedicata a Maria Ss. Del Carmine e San Giovanni Bosco. Nel primo giorno siamo stati guidati nei lavori da don Francesco Preite, Presidente di Salesiani per il Sociale APS e delegato salesiano TGS Nazionale, il quale ha approfondito la proposta pastorale: “Amati e Chiamati: renditi umile, forte e robusto” che ci accompagnerà per tutto l’anno pastorale. Particolarmente interessante la riflessione di Don Francesco sul Vangelo di Marco, in particolare sul brano della Tempesta sedata (Mc 4,35-41): «Passiamo all’altra riva!». In questo periodo così difficile della nostra società è necessario buttarsi, anche se il mare ci fa paura. Gesù non dorme, anzi ci insegna come l’umanità potrebbe attraversare il mare della vita in totale serenità se solo imparasse a fidarsi completamente di Lui.
La sera del Sabato guidati da Gabriele Giovagnoli e Antonio Guarini del gruppo TGS locale, ci siamo addentrati nei vicoli di Salerno, dalla Cattedrale di Santa Maria degli Angeli, San Matteo e San Gregorio VII fino alla bellissima piazza della Libertà passando sotto gli archi dell’Acquedotto Medievale del IX Secolo.
Salerno è una città viva, piena di giovani, di locali, una città magica. Ce lo ricorda impresso nei muri il poeta Alfonso Gatto: “Salerno, rima d’inverno, o dolcissimo inverno. Salerno, rima d’eterno.“
Finalmente si parte per Napoli. Domenica 31 ottobre è stata dedicata alla visita della Catacombe di San Gennaro.
Siamo partiti dalla Basilica dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio fino ad arrivare al Rione Sanità attraverso le Catacombe. È stata un’emozione unica passeggiare tra i vicoli del secondo secolo e scoprire dopo tanti lavori e scavi le radici della nostra cristianità. Chi ci ha preceduto ha lasciato un segno a tutta l’umanità. Gli affreschi le statue e le grotte scavate nel tufo erano un chiaro segno degli antichi per ricordarci che la vita continua dopo la morte. Grazie alla pazienza e alla dedizione di giovani ragazzi del quartiere divenuti poi Fondazione di Comunità San Gennaro Onlus, abbiamo potuto apprezzare le meraviglie di questo complesso, accessibile a tutti dopo i restauri del 2008.
I ragazzi della Fondazione seguiti e aiutati dal Sacerdote Padre Antonio Loffredo sono riusciti a riqualificare il quartiere e dare la possibilità ai turisti di visitare questa parte di Napoli un tempo noto per l’attività malavitosa.
Lungo il miglio Sacro siamo arrivati all’uscita nella Basilica di San Gennaro Extra Moenia, basilica paleocristiana costruita nel V secolo d.C. utilizzata da molte associazioni come luogo per fare musica e convegni. Superato il vicino monastero e l’ospedale per “appestati” (San Gennaro dei Poveri) siamo giunti nel cuore del Rione Sanità nella Basilica di Santa Maria della Sanità. È conosciuta come Chiesa del Monacone perché custodisce la statua di San Vincenzo Ferreri, frate domenicano e patrono della Sanità. La basilica è un autentico museo della pittura napoletana del XVII secolo, vi è all’interno la prima rappresentazione napoletana della Madonna con Bambino, salvata dalle alluvioni del 1600.
La giornata non è finita… nel cuore del rione tra auto, motorini e turisti magicamente entriamo in un cortile e ci sentiamo immersi nel film di Edoardo de Filippo :”Questi Fantasmi”, siamo a Palazzo Sanfelice, uno dei capolavori del barocco napoletano, e a pochi passi un altro dei palazzi più famosi di Napoli, Palazzo dello Spagnolo, tipico per la sua scalinata interna ad ali di falco e abitato tuttora.
Il nostro percorso finisce a Porta San Gennaro, la porta più antica di Napoli, da cui passavano i blocchi di tufo provenienti dalle cave. La porta anticamente dava accesso alla città.
Non poteva mancare il pranzo a base di pizza, “quella vera”, nella piazzetta del rione sanità e poi passaggio rapido in pasticceria, prima del rientro a Salerno, per assaggiare zeppole, sfogliatelle e fiocchi di neve.
La mattina del 1° Novembre, ultimo giorno di formazione, abbiamo ragionato grazie all’aiuto di Cosimina D’Errico sul progettare e progettarsi. Lo stimolo interessante è stato il passaggio dal “Sogno” al progetto. “Quando un sogno si può trasformare in un progetto?”, “abbiamo tutto quel che serve per realizzare il nostro sogno?”. Riflessioni molto interessanti che diventeranno materiale utile per i nostri centri locali.
Ma alla fine ci siamo divertiti? Direi proprio di sì!
Sono stati giorni pieni, belli, formativi ma anche molto divertenti. Abbiamo avuto la fortuna di conoscere molte altre persone che abbracciano la “mission” del TGS ma soprattutto hanno nel cuore il carisma salesiano e trasmettono nella loro vita la gioia di Don Bosco.
Grazie al direttivo e a tutti collaboratori.
Leonardo, TGS Salesiani Macerata
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