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TGS Story: typical English weather

Nuova puntata della rubrica “TGS Story”, che ripercorre oltre 50 anni di storia di TGS Eurogroup. I contributi di voi “tigiessini” oggi provengono direttamente dai diari di bordo dei Leader TGS, a cavallo tra gli Anno ’90 e gli Anni 2000, mentre le foto provengono dallo sterminato Archivio TGS Eurogroup.
Anche tu hai
qualche ricordo che vorresti condividere o anche solo un pensiero, un saluto o un augurio da affidare all’associazione TGS Eurogroup di oggi e di domani? Allora invia una mail a blog@tgseurogroup.it con i testi, le immagini o i video che raccontano la tua esperienza associativa: li vedrai pubblicati presto tra le pagine di questa rubrica “TGS Story” o nell’album fotografico “TGS Story Picture Book” all’interno della pagina facebook ufficiale TGS Eurogroup.
La parola ora passa a Alessandra, Volontaria TGS Eurogroup, che ci parla oggi del volubile e sempre sorprendente “English Weather”! Buona lettura!

Quale è uno degli stereotipi più comuni quando pensiamo all’Inghilterra? Pensare sia una terra dai frequenti acquazzoni. Altra domanda: quale è uno degli argomenti più diffusi con cui iniziare una conversazione in UK o comunque parlare di qualcosa senza esporsi? Il tempo.

Chiaramente il tempo inglese rappresenta sempre un valido argomento, sia tu in Italia e voglia parlare dell’Inghilterra, sia tu un ospite nella terra della Regina Elisabetta ed assista ad una conversazione riempitiva magari alla fermata dell’autobus. Di solito il tempo inglese è associato alla pioggia, come darvi torto. Di fatto gli inglesi non avrebbero molti più modi di noi di esprimere il fenomeno della caduta delle goccioline dal cielo verso la terra. Comunemente si usa il to rain, ricorrendo poi ad altre espressioni verbali in considerazione dell’intensità del fenomeno: to drizzle (gocciolare/iniziare a piovere), to pour (diluviare), to lash (scrosciare), forse meno usato c’è to bucket down (piovere a secchiate) e ci sono gli April Showers (gli acquazzoni primaverili). In termini di vocabolario rispondono a descrizioni molto simili del fenomeno atmosferico italiano. Piuttosto, in molti anni di frequentazione del suolo inglese, la hail, grandine, è sostanzialmente un evento non riscontrato.
Pur vero però che il raining cats and dogs, le giornate umide che di certo non aiutavano i capelli sensibili e ribelli, ed il cielo a pecorelle (cotton wool clouds) sono state esperienze che tutti ricordiamo con particolare pathos.

Più di recente le temperature si sono rialzate anche nelle regioni del Sud dove siamo soliti trascorrere il mese di luglio. E con questo anche il guardaroba di studenti e leader ha subito i giusti adattamenti, ma anche questa è un’altra storia. Che dire, fa caldo anche lì e per più giorni di seguito senza necessariamente raffreddare la nostra presenza con qualche goccia di tradizionale pioggia.

Vediamo, nel tempo, quali sorprese ci ha riservato il tempo inglese così come i leader hanno avuto l’accortezza di trascrivere nei diari di bordo.

Caterham – luglio 1996
Avevamo la nuvoletta di Fantozzi che ci ha seguito ovunque: pioveva solo (abbiamo le prove) dove noi andavamo, perfino l’autista se la rideva.

Tonbridge – luglio 2002
It’s raining again, it’s England of course!

Tunbridge Wells – agosto 2001
Gita di mezza giornata a Rochester: Quando siamo giunti sul luogo (non quello del delitto, ah ah) grosse nuvole nere minacciavano pioggia. Il tempo ci ha permesso di visitare la catte¬drale (ovvio è al coperto!). La pioggia ci ha poi colpiti più implacabile costringendoci ad una ritirata nella vicina tea room.

Guildford – luglio 2003
Oggi il tempo era meraviglioso ed allora siamo andati direttamente al parco a mangiare.

Alessandra e lo Staff TGS Journal

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