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TGS Story: racconti dagli Anni ’90

La rubrica “TGS Story” prosegue il racconto di oltre 50 anni di storia di TGS Eurogroup. Nelle puntate precedenti abbiamo visto le origini del TGS, come si affrontava il viaggio verso l’Inghilterra e cosa veniva chiesto ai nostri studenti negli anni ‘70. Abbiamo anche ricordato i nostri amati packed lunch e le serate spaghetti party!  Oggi abbiamo raccolto quella di Cristiano e Michele, al secolo “Kurzi” e “Parma” rispettivamente, partiti assieme come leader negli anni ‘90. Insieme hanno ricordato in modo emozionante e simpatico cosa volesse dire essere un leader in quel decennio.
E tu cosa aspetti? Sia che tu abbia partecipato alla vita associativa qualche anno fa o che tu ne faccia parte attiva tutt’ora
, se hai qualche ricordo che vorresti condividere o anche solo un pensiero, un saluto o un augurio da affidare all’associazione TGS Eurogroup di oggi e di domani, invia una mail a blog@tgseurogroup.it con i testi, le immagini o i video che raccontano la tua esperienza associativa: li vedrai pubblicati presto tra le pagine di questa rubrica “TGS Story” o nell’album fotografico “TGS Story Picture Book” all’interno della pagina facebook ufficiale TGS Eurogroup.
La parola ora passa a Cristiano e Michele. B
uona lettura!

Cosa voleva dire esser leader negli Anni ‘90?

Beh diventa fin troppo facile fare i confronti con la tecnologia odierna… negli Anni ‘90 non avevamo computer, per cui le liste dei ragazzi venivano rigorosamente scritte a macchina e fotocopiate prima della partenza. Guai a perderle, ma, in realtà nessuno le perdeva, anzi alcuni le conservano anche oggi (vero Gigio?).
Mi è capitato poco tempo fa di dover contattare una ragazza che nel lontano 1993 era una semplice accompagnata ed oggi è responsabile di un simpatico laboratorio di crash test per autovetture… beh ho contattato il famoso leader che conserva tutte le liste, ho recuperato il numero di telefono fisso (!) della casa dei genitori della tipa, ho chiamato ed ho chiesto, come si faceva all’epoca, di poter parlare con la figlia ad un burbero papà di una certa età. Il burbero papà mi ha risposto che avrebbe comunicato il tutto alla figlia, non appena possibile, ed in un paio di giorni sono stato contattato dalla suddetta ex accompagnata ora ingegneressa… alla faccia dei social!

Negli Anni ‘90 non avevamo nemmeno il cellulare, ma un sacco di cabine telefoniche e delle fantastiche schede prepagate, Potevi chiamare da ogni landa desolata ma non potevi mai essere rintracciato, e se c’erano dei problemi… si risolvevano appena era possibile… arrangiandosi! Una telefonata via cavo a Mogliano e poi avanti, per il meglio del gruppo e dell’esperienza inglese. 

In realtà la Segreteria TGS Eurogroup, anche se non esistevano ancora i cellulari, era in grado di rintracciarti ovunque, anche una volta rientrati in Italia. Nel lontano 1991 mi trovavo a fare un campo mobile in Val di Fassa con i ragazzi dell’oratorio e, mentre ci riposavamo in un simpatico rifugio lungo l’Alta Via n° 2, rifugio raggiungibile, rigorosamente, solo a piedi, sento il gestore che fa: “Chi di voi è Cristiano? C’è un certo Don Dino Berti che lo vuole al telefono!!”… alla faccia della copertura dei cellulari e del 5G!

In un’altra occasione, alcuni leader si ritrovarono una Domenica d’Agosto del 1995 per una gita ad Hampton Court… Doveva essere un ritrovo tra amici, sconosciuto ai più, durante la quale una delle leader (onestamente un po’ miope e senza occhiali) scambiò distrattamente un simpatico laghetto rettangolare ricoperto di piccole piante di ninfea, per una pista di atletica… Ma nonostante la segretezza, al rientro in Italia, il solito Don Berti sapeva per filo e per segno cosa fosse accaduto quella domenica.. altro che 007 e MI6! Comunque, se guardate con attenzione negli uffici del TGS, potreste vedere una piccola foto incorniciata di 25 anni fa, di un gruppo di leader che trascorrono una felice domenica ad Hampton Court.

Negli Anni ‘90 poi non c’erano né gps né wikipedia, quindi le gite dovevi prepararle “a mano” spulciando sulla guida del Touring e dovevi organizzarti per portare i ragazzi in giro per Londra, seguendo la suddetta guida e… senza perderti!! ricordo che avevamo fisarmoniche di mappe con indicati tutti i musei, tutte le stazioni, tutti i pub, tutti i negozi più strani ed incredibili, compresi quelli dove trovare delle Dr. Martens nere con le stelline bianche (allora mai viste nei negozi in Italia… le Dr. Martens, in generale, intendo!), dei libri giapponesi di origami o delle automobili (vere!) in scatola di montaggio (per la precisione, a Caterham c’è ancora la ditta che le produce)!! E se ti capitava di portare il gruppo in una zona per te nuova della città, camminando e consultando l’immancabile atlante London A-Z, altrettanto immancabilmente un Sergio (a caso!) ti interrogava chiedendo: “Ma leader, siamo passati 10 minuti fa da questa via… ci siamo persi?”. A quel punto, tu, raccogliendo tutta la tua faccia tosta, lo guardavi con lo sguardo sicuro e deciso del leader che non sbaglia mai e gli rispondevi serenamente: “Lo vedi il parchetto lì davanti? Era per farvi vedere dove pranzeremo oggi, così abbiamo tutti un punto di riferimento chiaro”.

Negli Anni ‘90 molti degli incontri di formazione si tenevano nel remotissimo, lontanissimo, prosecchissimo e bellissimo Castelbrando in quel di Cison di Valmarino. Il viaggio per arrivarci era così lungo e tortuoso (e talvolta rallentato da fantomatici greggi di pecore) che alla sera ci si pur doveva sfogare in qualche modo… Qualcuno ricorda ancora dei pigiama party diventati velocemente e inesorabilmente dei Recioto party… alla faccia della musichetta angelica che cercava di svegliarti alle 7 della Domenica per iniziare i lavori mattutini! In quel caso, solo pochi e “fidati” leader conoscevano il passaggio segreto di Castelbrando… perché a Castelbrando le femene erano in un’ala ed i butei in un’altra ed in mezzo c’erano, come limite invalicabile, il salone delle armature (vere!) e la scalinata per il refettorio. Ma essendo Castelbrando un vero castello, c’era anche un vero passaggio segreto che partiva dietro il palcoscenico del teatro e permetteva di schivare dB che si trovava nel salone principale…). Tutto, ovviamente, senza le torce degli smartphone ad illuminarci il cammino e senza sms o whatsup per allertare e avvertire dell’arrivo…

Più che altro negli Anni ‘90 si diventava leader per fare una bella esperienza in Gran Bretagna (allora meta mitica e per molti irraggiungibile) o perché ci eri già stato come accompagnato e ti eri divertito un sacco o perché qualcuno che aveva fatto quella esperienza ti aveva così tanto riempito la testa di racconti che alla fine cedevi e dicevi, “Va bene, vengo a vedere questi incontri di formazione, ma anche se mi prendono, al massimo lo faccio per due anni!”… e poi ti ritrovavi a Piccadilly Circus a festeggiare il 10° anno consecutivo di Inghilterra…

No, non credo ci siano differenze tra i leader di oggi e quelli di 30 (trenta? trenta?? ma stai scherzando???) anni fa, le motivazioni sono sempre le stesse: l’amicizia, l’esperienza di gruppo e la chiamata contagiosa di qualcuno che si è trovato così bene da trascinare dentro tutti quelli che conosce!

Anche se, dal mero punto di vista tecnico una differenza grossa c’è, se non altro nei mezzi per raggiungere Londra… negli Anni ‘90 non c’erano le compagnie low cost ed un mio amico, per venire a trovarci a Londra e spendere poco, si è fatto Pordenone-Parigi-Londra chiedendo un passaggio ad una ditta friulana che trasportava merci, viaggiando per 3 giorni seduto nella cuccetta di un Iveco! God save Ryan Air and Easyjet!!

Cristiano Curzi e Michele Grigolini

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