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TGS Story: packed lunch vs spaghetti party

La rubrica “TGS Story” ripercorre oltre 50 anni di storia di TGS Eurogroup. I contributi di voi “tigiessini” oggi sono tratti dalle pagine di alcuni “Diari di bordo” che hanno accompagnato i gruppi Leader TGS in Gran Bretagna nel corso degli anni, mentre le foto sono state scovate negli archivi personali di Chiara e Melissa, che ringraziamo. E tu cosa aspetti? Sia che tu abbia partecipato alla vita associativa qualche anno fa o che tu ne faccia parte attiva tutt’ora, se hai qualche ricordo che vorresti condividere o anche solo un pensiero, un saluto o un augurio da affidare all’associazione TGS Eurogroup di oggi e di domani, invia una mail a blog@tgseurogroup.it con i testi, le immagini o i video che raccontano la tua esperienza associativa: li vedrai pubblicati presto tra le pagine di questa rubrica “TGS Story” o nell’album fotografico “TGS Story Picture Book” all’interno della pagina facebook ufficiale TGS Eurogroup.
La parola ora passa a Alessandra, Elena e Chiara che ci racconteranno le tradizioni gastronomiche britanniche e italiane messe a confronto. Buona lettura!

È un connubio oramai indissolubile quello che associa il famoso packed lunch al momento del pranzo nella nostra amata Inghilterra e che lega gli spaghetti alla storia ed alla tradizione italiana. Due culture che affrontano la medesima esigenza, l’alimentarsi, trovando risposte completamente differenti.

Il Collins Dictionary definisce il “Packed Lunch” come segue: “… a lunch prepared and put in a container or containers beforehand…” (un pranzo preparato in anticipo e conservato in un contenitore/i). Altre fonti lo descrivono come “A packed lunch is food, for example, sandwiches, which you take to work, to school, or on a trip and eat as your lunch” (Un packed lunch è del cibo, per esempio, panini, che si possono portare a lavoro, scuola, in gita e consumare per pranzo). Wikipedia ne fornisce anche una descrizione tecnica: “The food is usually wrapped in plastic, aluminum foil, or paper and can be carried (“packed“) in a lunchbox, paper bag (a “sack“), or plastic bag” (di solito, il cibo è avvolto in plastica, in un foglio di alluminio o carta e può essere trasportato (da qui la scelta linguistica di packed – impacchettato) in un cestino per il pranzo, in un sacchetto di carta o di plastica…”

In qualche modo è lui, quello che noi chiamiamo “pranzo al sacco”, con la differenza che il pranzo al sacco da noi è una realtà abbastanza isolata o comunque in passato veniva limitato, in linea di massima, a giornate di gite fuori porta o occasioni in cui non c’era modo di fare un pranzo vero e proprio seduti ad un tavolo.

Spaghetti party, TGS Caterham 2017 (foto: Archivio TGS Eurogroup)

Per gli studenti TGS in UK, il “packed lunch”, nel tempo, mantiene viva la connotazione di occasione di gita e vacanza, pur diventando una realtà che imparano a conoscere ogni giorno e che viene consegnato loro al mattino dalla famiglia ospitante prima che gli students escano per recarsi a scuola. Anzi, a dire il vero, viene posato sul tavolo della cucina prima/durante il breakfast in maniera che gli studenti lo prelevino terminata la colazione e lo portino in camera per riporlo nello zaino quando escono. In qualche modo la presa del packed lunch avviene tradizionalmente in un contesto temporale ben definito, ovvero tra il termine della colazione ed il momento del lavaggio dei denti. Con una tappa, in tutto questo definito rituale giornaliero: ritirato dalla cucina e chiusa la porta della camera da letto, c’è un momento di pausa in cui saziare la curiosità e verificare quello che ne è il contento. Di solito lo si esamina seduti sul letto facendo attenzione a non macchiare le lenzuola.

Già nell’involucro il packed lunch mostra delle differenze sostanziali: ad alcuni studenti viene consegnato un anonimo sacchettino di pratica trasparente, tipo quello che usiamo comunemente per riporre il cibo in congelatore, altri ricevono la busta del supermercato, in genere quello dove la famiglia si rifornisce abitualmente. E già, anche nella scelta del sacchetto, impari a conoscere le abitudini della famiglia ospitante. Chi riceve la busta trasparente, con le maniglie racchiuse ad asola, ha la fortuna di intravvederne il contenuto con un minimo sforzo, eccezione fatta per quei casi in cui i panini siano avvolti nella carta stagnola… ne nasconde la composizione. Chi riceve delle buste opache, non ha alternativa che attendere di tornare in camera; solo allora, socchiusa la porta, è buona educazione controllarne il contenuto e solo allora è il momento opportuno per condividerne eventuali osservazioni con il compagno di camera. Come dimenticare la shopping bag di Tesco? Sfondo bianco, righine azzurre verticali e la denominazione del negozio in rosso. Poi si sono alternate le buste arancione/aragosta del Sainsubry e la storica busta con l’indicazione di “Every little helps” ancora una volta di Tesco. Marks and Spencer propone una shopping bag un po’ differente, meno pratica da allacciare e riporre il cibo nello zaino con le maniglie applicate sul sacchetto – come due cerchietti nella parte superiore centrale… in altri termini non essendo le maniglie stampate e ritagliate nel sacchetto stesso, è difficile riuscire ad annodarle per racchiuderne all’interno il contenuto.

Per altri studenti, il pranzo viene riposto, ben incastrato, in una confezione di plastica rigida, per lo più quella del gelato formato famiglia. Altri, ma tendenzialmente pochi, ricevono un vero e proprio lunch box. Dove si conserva tutto questo durante il giorno? Chiaramente nello zaino TGS… ed è una vera e propria gara di sopravvivenza. Ora… pensateci… pensate ad una busta in plastica con del cibo da conservare una media di 4 ore in uno zaino di uno studente. Quale è la prima cosa che vi viene in mente? Già, ad usare un eufemismo, che la busta in plastica si adegua comodamente ai pertugi che le vengono offerti tra quaderni, libri, felpa, etc etc… la conseguenza più semplice a immaginarsi è che il cibo subisca delle trasformazioni non puramente magiche. Ed è, ahimè, quello che succede…  Il sandwich spesso si appiattisce sotto il quaderno e lascia fuoriuscire il cetriolo o la fetta di pomodoro che si era sino ad allora offerto di ospitare. La banana e mela, di prima mattina croccanti e compatte, si lasciano andare a delle cromie scure e si allentano… il succo di frutta… beh, oramai avete capito! Sotto questo punto di vista, coloro i quali possono godere di un packed lunch riposto in una confezione rigida, possono ritenersi felici ed affrontare la giornata con minori limitazioni nell’uso dello zaino. Ma ahimè, si trovano pure loro ad affrontare una sfida: trovare il modo di far convivere tutto quello che devono trasportare nello zaino con una scatola rigida che non scende a compromesso.

E poi, c’è un’altra considerazione. Chi riceve la busta di plastica, non ha la responsabilità di riportare a casa l’ingombrante custodia di plastica che al mattino la famiglia consegna non senza un ammonimento: “Don’t forget to take the box back home tonight” altrimenti detto ”Don’t forget the box at the park”. Siamo onesti… quanti tra di noi che hanno vissuto l’esperienza TGS in qualità di leader o studente sono tornati di corsa al parco, al termine delle attività, per recuperare il box incautamente scordato al termine delle attività al parco? Quanti sono i leader che prima di concludere le attività hanno ricordato ai ragazzi di raccogliere le proprie box? Vi contiamo a manciate!

E così, nel tempo, ragazzi che hanno iniziato la loro permanenza in Inghilterra con una vera e propria lunch box hanno finito con il ricevere una busta in plastica, più semplice da gestire e meno impegnativa da preservare!

E… in questo packed lunch… che si cela? Chiaro, quello che gli inglesi stessi sono soliti mangiare a pranzo, né più ne meno. Partiamo dai sandwich… del pane da toast, con o senza bordino, amorevolmente spalmato con del burro e corredato da prosciutto, uovo, del pomodoro, del cetriolo tagliato a rondelle, delle foglie di insalata. Tradizione vuole che si accompagni uno snack in alternativa ad uno yoghurt, probabilmente un sacchettino mono dose di patatine, un frutto (mela o banana) ed un succo di frutta. Nel tempo, al succo di frutta si è sostituito o aggiunta una bottiglietta d’acqua. Tra le varianti abbiamo conosciuto: i pomodori, di recente i ciliegini, più nel remoto un pomodoro intero seppur dalle dimensioni ridotte da addentare come le mele, ma con l’avvertenza che il pomodoro è comunque acquoso. In alternativa al pomodoro, anche il cetriolo, fornito in forma di tronchetto tondo in unica fetta di 5-6 centimetri da mordere comodamente al parco o sotto la pioggia. Lo yoghurt… credo che lo yoghurt sia stata una prerogativa alimentare prettamente femminile, Al di là di una inclinazione delle ragazze verso questo alimento, lo yoghurt portava con sé il tema del cucchiaino. E così si scopriva quanto la famiglia si fidava dello studente. Cucchiaino in acciaio… studente affidabile che ha cura di ciò che gli affidi. Cucciano in plastica: studente che ha già deluso o sotto osservazione. Chiaramente, nel tempo, il cucchiaino in acciaio è stato progressivamente sostituito da quello in plastica, nell’interesse, pur poco green, di tutte le parti coinvolte.

Le patatine, a packet of crisps, che non sono le chips che ti avrebbero servito nel fish and chips. Comunque delle patatine fritte…  I primi sacchetti monodose li abbiamo visti in UK. Li trovavi al supermercato in buste che ne contenevano 6-10 pacchetti, in comodi gusti e varianti di marca. E lì che si sono viste le prime patatine aromatizzate: alcune buone, alcune imbarazzanti. Quelle barbecue, quelle aromatizzate alla cipolla, varianti varie sino a quelle all’aceto, nelle quali ti affoghi o che detesti, senza via di compromesso!  Vogliamo non menzionare l’uovo sodo? Corredato di igienico guscio, è riposto nel packed lunch, sacchetto o scatola, per i più fortunati avvolto nella carta stagnola, per altri semplicemente riposto e di comodo uso sguscia e mangia…. Da consumare al parco o ovunque si preferisca. Ed al primo morso… verifichi i tempi di cottura cui è stato sottoposto.  Lo snack. In origine c’era lo snack tipo wafer a più strati all’aroma di caramello. Altrettanto diffuso, il Penguin, ovvero una barretta al cioccolato avvolta in una plastica colorata, con un pinguino riprodotto nel fronte della confezione e, curiosità, una domanda quiz che ti veniva posta. C’era poi nascosta, sotto la piega della confezione, la risposta. Erano anche belle domande e battute – forse simili ai giochi di parole umoristici che, nel tempo, avremmo trovato nel biscotto del gelato “Cucciolone” dell’Algida. Erano una buona opportunità per apprendere nuovo vocabolario, ma spesso sottendevano un umorismo simpatico sì, ma troppo complesso da comprendere per un giovane studente. E poi… snack al cioccolato in giornata di sole… sapevi già che avresti dovuto usare molta attenzione quando avresti aperto il pacchettino.

Più di recente, gli studenti di Guildford, in continuità con la proposta educativa mutata nel tempo, hanno sostituito il packed lunch nei giorni settimanali con la frequentazione della mensa del Guidlford College che li ospita per le classi internazionali. Cucina che, di settimana in settimana ha alternato l’offerta alimentare in considerazione della provenienza geografica degli studenti stessi. Eppure, neppure gli studenti del centro di Guidlford sono esonerati dal packed lunch comunque preparato loro in occasioni di gite o visite a Londra.

Il packed lunch, con tutta la sua capacità di stupirti nei sapori e nei profumi, diventa occasione di condivisione e dì solidarietà tra gli studenti. Sì, capita che ci sia qualcosa che non piace al singolo studente e così … si attiva lo scambio. Cedo mela in cambio di snack… scambio patatine all’aceto con un sandwich. E’ vero, basterebbe dire alla famiglia ospitante che questo o quello non ci piace, ma al tempo risulta imbarazzante oppure non si conosce la parola giusta per dirlo…. e così si opta per lo scambio.

Altro mito, altra leggenda. Gli spaghetti, declinati nella versione degli Spaghetti Evening o Spaghetti Party, ma pur sempre un’occasione per indicare momenti di aggregazione, divertimento e condivisione. Gli Spaghetti Evening sono quelle occasioni cui il TGS ha pensato e che caratterizzano la tradizionale routine della settimana tipo. Organizzate presso i locali che ospitano le nostre attività serali, prevedono la partecipazione attiva di tutti i ragazzi. La serata spaghetti implica che si siano presi accordi sulla variante del sugo da preparare e che i leader siano andati al negozio per comperare l’occorrente, senza alcuna dimenticanza. Gli spaghetti arrivano direttamente dall’Italia, custoditi nel bagaglio di ogni singolo partecipante all’esperienza TGS. E poi… serve chi prepara tavole, chi aiuta in cucina e chi, post cena, aiuta a ripulire ed a lavare le stoviglie. Nel mezzo ci sono le corse, i giochi, la musica, la sala allestita a festa e tanta voglia di divertirsi. Nel tempo gli Spaghetti Evening sono divenuti un buon momento di aggregazione non solo per e con i ragazzi, ma anche un’occasione con cui dire grazie e trascorrere del tempo anche con coloro che abbiamo incontrato nella nostra permanenza e che in qualche modo ci hanno supportati. Agli Spaghetti Party abbiamo infatti imparato ad invitare gli agenti locali, gli insegnanti, le famiglie ospitanti, alcuni custodi degli ambienti che frequentiamo (i caretaker), i sacerdoti delle parrocchie locali, perché no, il bus driver che ci ha pazientemente accompagnato nelle escursioni e che si è dimostrato particolarmente disponibile. Un po’ una riunione di famiglia, dove sono i nostri ragazzi ed i leader a prendersi cura dei loro ospiti, intrattenendoli e dialogando con semplicità.

Che gli Spaghetti Evenings siano delle riunioni di famiglia, lo testimoniamo alcune pagine di diario in cui i leader hanno riportato il numero dei partecipanti o i volumi di spaghetti preparati:

  • Caterham – luglio 1995
    Spaghetti per 55 persone:
    6.5 kg di spaghetti conditi con: panna 2.5 Kg; funghi 1 kg; prosciutto 1 kg; pelati 3.5 kg
  • Tonbridge  –  luglio 1994
    Spaghetti alla boscaiola per 50 persone; Kg 5,5 di spaghetti; 4 scatole di piselli, 5 scatole di funghi; 4 confezioni di prosciutto cotto affumicato; 4 barattoli da 500 grammi di Double Cream; Soffritto, pepe, spezie e noce moscata nella panna; 6 bottiglie di Cola; 3 bottiglie di aranciata; dolcetti.
  • Tunbridge Wells – agosto 1999
    La pasta è squisita: una favolosa (a)matriciana con 3 kg di pasta per 28 persone, 3 litri di pomodoro, 4 pacchetti di pancetta affumicata, 4 cipolle, chissà quanto olio, sale e pepe
  • Guildford – luglio 2001
    Spaghetti Party: per 30 persone consigliamo di non cuocere più di 3 Kg di spaghetti.

Appuntamento la prossima settimana far riemergere nuovi ricordi di vita associativa grazie ad un insieme di aneddoti TGS imperdibili. Vi aspettiamo a braccia aperte!

Alessandra, Elena, Chiara e lo Staff TGS Journal

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